sabato 28 dicembre 2013

Decreto Milleproroghe: stop agli sfratti per i redditi minori di 21mila euro

ROMA –
PARLAMENTO ITALIANO
Decreto Milleproroghe: stop agli sfratti per i redditi minori di 21mila euro e Web Tax che slitta a luglio, con i fondi per il comune di Roma.
FONDI UE PER LAVORO E POVERI, via libera al Milleproroghe, con i fondi per «salvare» il bilancio del comune di Roma, la correzione alla norma sugli «affitti d’oro» degli uffici pubblici e anche qualche sorpresa, come lo slittamento di sei mesi della web tax e degli sfratti, ma non in modo generalizzato. Ma anche 5 miliardi freschi da destinare a lavoro, lotta alla povertà, infrastrutture, scuola.........

giovedì 26 dicembre 2013

GLI SMEMORATI DI BERLINO

GLI SMEMORATI DI BERLINO

La Germania, che fa tanto la moralizzatrice con gli altri Paesi europei, è andata in default due volte in un secolo e le sono stati condonati i debiti di due guerre mondiali per consentirle di riprendersi. Fra i Paesi che le hanno condonato i debiti, la Grecia, prima di tutto, che pure era molto povera, e l’Italia. 

Dopo la Grande Guerra, John Maynard Keynes sostenne che il conto salato chiesto dai Paesi vincitori agli sconfitti avrebbe reso impossibile alla Germania di avviare la rinascita. L’ammontare del debito di guerra equivaleva, in effetti, al 100% del Pil tedesco. Fatalmemte, nel 1923 si arrivò al grande default tedesco, con l’iperinflazione che distrusse la repubblica di Weimar. Adolf Hitler si rifiutò di onorare i debiti, i marchi risparmiati furono investiti per la rinascita economica e il riarmo, concluso, come si sa, con una seconda guerra, ben peggiore, in seguito alla quale a Berlino si richiese un secondo, enorme quantitativo di denaro da parte di numerosi Paesi. L’ammontare complessivo aveva raggiunto i 23 miliardi di dollari (di allora!)
La Germania sconfitta non avrebbe mai potuto pagare i debiti accumulati in due guerre, peraltro da essa stessa provocate.
Mentre i sovietici pretesero e ottennero il pagamento della somma loro spettante, fino all’ultimo centesimo, ottenuta anche facendo lavorare a costo zero migliaia di civili e prigionieri, il 24 agosto 1953 ben 21 Paesi, Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia, con un trattato firmato a Londra le consentirono di dimezzare il debito del 50%, da 23 a 11,5 miliardi di dollari, dilazionato in 30 anni. In questo modo, la Germania poté evitare il default, che c’era di fatto. L’altro 50% avrebbe dovuto essere rimborsato dopo l’eventuale riunificazione delle due Germanie, ma nel 1990 l’allora cancelliere Kohl si oppose alla rinegoziazione dell’accordo, che avrebbe procurato un terzo default alla Germania. Italia e Grecia acconsentirono di non esigere il dovuto.
Nell’ottobre 2010 la Germania ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato del 1953 con il pagamento dell’ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro.
Senza l’accordo di Londra che l’ha favorita come pochi, la Germania dovrebbe rimborsare debiti per altri 50 anni. E non ci sarebbe stata la forte crescita del secondo dopoguerra dell’economia tedesca, né Berlino avrebbe potuto entrare nella Banca Mondiale, nel Fondo Monetario Internazionale e nell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Quindi: che cos’ha da lamentare la Merkel, dal momento che il suo Paese ha subito e procurato difficoltà ben maggiori e che proprio dall’Italia e dalla Grecia ha ottenuto il dimezzamento delle somme dovute per i disastri provocati con la prima e la seconda guerra mondiale? La Grecia nel 1953 era molto povera, aveva un grande bisogno di quei soldi, e ne aveva sicuramente diritto, perché aggredita dalla Germania. Eppure… Perché nessun politico italiano ricorda ai tedeschi il debito non esigito?
Roberto Schena

mercoledì 25 dicembre 2013

Nuova indennità per i politici delle regioni


Nuova indennità per i politici delle regioni:13 EURO AL GIORNO PER STRESS DA UFFICIO

iva tasse indennità
Quanto vale sul mercato del lavoro il fastidio, o il dispiacere, del dover comunicare ai propri colleghi novità sgradite oppure respingere le loro istanze? La Regione Liguria è riuscita ad assegnare un valore a questo spiacevole ruolo attraverso l’introduzione di un parametro definito indennità di “emotività individuale e impegnative relazioni interpersonali”. Tradotto in soldoni: 13,02 euro al giorno. Poca roba, anche se alla fine dell’anno una tredicesima in più non guasta. Ma al ministero dell’Economia e delle Finanze la politica di indennità a pioggia per gli impiegati e di promozioni e progressioni di carriera per troppi funzionari e dirigenti non è piaciuta. E lo ha scritto nero su bianco in un voluminoso dossier che il mese scorso ha trasmesso alla procura della Corte dei Conti. E i magistrati che combattono gli sprechi di denaro pubblico hanno subito aperto un fascicolo che ipotizza un danno erariale, ancora da quantificare.
Dalla relazione degli ispettori del Mef emerge una pesante critica alla miriade di voci che consentono di rimpolpare gli stipendi. Ma il dossier Liguria è solo il primo di una serie che si inserisce nella linea di tagli alla spesa pubblica e ha nel mirino i “benefit”, grandi o piccoli, degli statali e dei pubblici dipendenti.
soldi

«Complessivamente sono 17 i rilievi formulati dal Mef – conferma l’assessore al personale della Regione Liguria Matteo Rossi, di Sel – ma devo dire che mi sembra inusuale che due ispettori del ministero contestino politiche del personale decise con legge regionale approvata da Roma, con parere favorevole di Aran, l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni.
Mi sembra che così facendo si riducano gli spazi di autonomia degli enti locali. Ciò detto, stiamo mettendo mano a questo settore. Tra le prime, dovranno scendere sotto i 30 euro mensili alcune indennità, ad esempio quella dei portagonfalone (oggi 46 euro al giorno che diventano 154 nei festivi, ndr) e il 27 porteremo in giunta la rivisitazione delle posizioni organizzative di funzionari e dirigenti».
Le voci che hanno generato le contestazioni del Mef sono contenute tutte in una delibera di giunta del gennaio 2013 che regola indennità e compensi per impiegati e funzionari. Quello che non si può leggere nell’intestazione è che la parcellizzazione di bonus e riconoscimenti è lo strumento per poter rimpolpare stipendi e motivare il personale.
«Bisogna differenziare – spiega l’assessore Rossi -. Il taglio delle indennità degli impiegati andrà a colpire famiglie con basso reddito, dipendenti che con i bonus arrivano a 1.200/1.250 euro e ora torneranno attorno ai 1.100».
Certo anche negli uffici della Regione c’era chi malignava su alcuni di questi benefit come quello definito alla lettera “i” per «attività presso la struttura addetta alla gestione del personale o presso la struttura competente per i servizi di Giunta che comporti… relazioni con l’utenza connotate da problematiche procedurali, emotività individuale e impegnative
relazioni interpersonali, per un numero massimo di 25 dipendenti, individuati formalmente dal Segretario generale. A tali addetti è corrisposta la somma lorda di euro 13,02 per ogni giorno di effettivo servizio».
Quanto ai funzionari l’assessore Rossi ha un’altra impostazione: «Credo sia giusto a questo punto tornare a rivedere le posizioni organizzative (incarichi che garantiscono un extra, ndr) non come un diritto vita natural durante ma con l’ottica della vera
premialità e della produttività».
Molti di quei 17 rilievi contenuti nel dossier del Mef riguardano il numero eccessivo di “fattispecie di responsabilità”, le cui differenze minime possono sfuggire a chi non è addentro alla sintassi della burocrazia: “responsabilità di processo erogativo, coordinamento di un gruppo di lavoro, di attività istruttoria, di formazione, di avvio nuove attività, di ispezione”.
La Regione Liguria conta 1.130 dipendenti, 450 dei quali sono funzionari e un centinaio i dirigenti. Il rapporto troppo elevato tra il numero dei “capi” e quello degli impiegati è stato in passato oggetto di ripetuti rilievi provenienti della sezione di controllo della Corte dei Conti.
Aldilà dei tagli imposti dalla spending review il clima non è favorevole neppure alle indennità minori, quelle che non fanno arricchire ma consentono la pizza il fine settimana. Certo non sarà facile alla politica imporre queste rinunce. Tra l’altro proprio negli
enti regionali che in tutta Italia sono investiti dalle inchieste sulle spese pazze.
In Liguria Idv, Pdl e Udc hanno diversi consiglieri indagati per peculato per spese incongrue nei ristoranti, alle terme, nei negozi di antiquariato, bottiglierie senza parlare delle immancabili mutandine comprate con soldi dei cittadini. Indennità assai più sostanziose di quelle incassate in questi anni dai portagonfalone e dai “signornò” dell’ufficio personale.
Fonte http://www.dagospia.com

GRANDE IPOCRITA.



Grande ipocrita è colui che afferma che farà qualcosa per la povera gente, quando costui, mentre parla, lo vedete seduto su un trono d'oro.

sabato 21 dicembre 2013

..TANTI AUGURI...




A tutti auguro un Natale lieve come un fiocco di neve, caloroso come un camino acceso, soffuso come luci di candele, odoroso di bacche e spezie. VI auguro serenità e l'amore

giovedì 19 dicembre 2013

LA NUOVA BANCONOTA DA 15 EURO IN ARRIVO A GENNAIO 2014







Dopo la nuova 5 euro, dal 2014 arriverà nelle tasche dei cittadini europei (stampata dalla BCE tedesca) la nuovissima banconota da15 €.
Ciò che lascia perplessi, non è il taglio in sè, che probabilmente ritroverà scarsa utilità negli acquisti quotidiani, ma bensì la Filigrana raffigurante la Cancelliera Tedesca, la Sig.ra Merkel.
Ebbene sì. E’ lei ad aver avuto l’onoreficenza dalla BCE per aver risollevato l’economia Europea.

Disoccupato suicida Rinviato di un mese lo sfratto

E INAUDITO!
Disoccupato si toglie la vita
Rinviato di un mese lo sfratto

Suicida dopo l'inginuzione di lasciare la casa entro 48 ore, la proprietaria dell'alloggio ha deciso di rinviare l'ordine di liberare l'appartamento di altri 30 giorni: "Non farlo sarebbe stato inumano". Un fiore sull'asfalto sotto le finestre del trentenne ricorda la tragedia


Si è ucciso perché avrebbe dovuto restituire la casa entro 48 ore. Ora che Giorgio è morto sotto le finestre dell'appartamento da cui era stato sfrattato, l'ufficiale giudiziario ha concesso all'anziana madre e al fratello invalido che vivevano con lui un altro mese di rinvio.

E' stata la proprietaria dell'alloggio a Cairo Montenotte a chiedere la sospensiva. Non se l'è sentita di ordinare una volta ancora che la madre e il fratello della vittima lascassero l'appartamento dopo appena qualche ora dalla tragedia. "Anche se non hanno mai pagato né affitto né le spese di condominio, ingiungergli di lasciare la casa dopo quello che è successo sarebbe stato inumano".

Un fiore sull'asfalto, sotto la finestra da cui si è lasciato cadere il disoccupato ricorda la tragedia di via Pighini, nel quartiere popolare di 'Cairo 2'.

Trentadue anni, il mese scorso Giorgio, insieme alla mamma, aveva bussato in Comune per dire che non aveva più soldi: "E adesso che ne sarà di noi?"

La casa gliela aveva data in comodato gratuito un vecchio zio, ma da tre anni non pagava più la pigione. E la proprietaria dell'immobile aveva portato la famiglia in tribunale. "Non risultavano residenti a Cairo", ha spiegato Fulvio Briano, il sindaco di Cairo, nell'entreoterra savonese. "Purtroppo per legge non ci è
stato possibile aiutarli. Nei prossimi giorni abbiamo altri due sfratti esecutivi, ci sono dei bimbi di mezzo: ma sono di qui, troveremo una soluzione d'emergenza".
 

giovedì 12 dicembre 2013

Pubblica amministrazione, Corte dei Conti: “Inefficienza devastante per l’economia”




Pubblica amministrazione, Corte dei Conti: “Inefficienza devastante per l’economia”

Raffaele Squitieri, presidente dell’organismo, nel suo discorso di insediamento, se la prende con “la spesa improduttiva, la dissipazione delle risorse pubbliche, la cattiva amministrazione, il malaffare e la corruzione”. E ancora, punta il dito contro l’eccessiva spesa pubblica e l’insostenibile pressione fiscale
Raffaele Squitieri
 Le inefficienze della pubblica amministrazione hanno “un impatto negativo devastante sull’economia”. Parola di Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei Conti, che nel suo discorso di insediamento non risparmia critiche nei confronti della gestione pubblica. In questo momento storico, sottolinea Squitieri, “sempre più inaccettabili appaiono la spesa improduttiva, la dissipazione delle risorse pubbliche, la cattiva amministrazione ed, a maggior ragione, il malaffare e la corruzione“.
Insomma, il discorso del neopresidente della Corte dei Conti non è tenero nei confronti della pubblica amministrazione. Ma, d’altra parte, indica la strada per uscire da questa situazione. Innanzitutto, Squitieri auspica “l’adozione di una tecnica legislativa più affinata e moderna, produttiva di norme organiche, chiare e semplici“.  Il “organico riordino legislativo” servirebbe per “rendere più tempestiva ed efficace l’azione della Corte”. Per contrastare efficacemente la corruzione, invece, “c’è da chiedersi se, sotto il profilo ordinamentale, il nostro Paese sia idoneamente attrezzato nel tempo”. La risposta di Squitieri “è affermativa, anche se andrà monitorata in itinere l’efficacia delle disposizioni vigenti”.
Ma i problemi della nostra economia, come è noto, non finiscono qui. Il presidente della Corte dei Conti punta il dito, in particolare, contro l’eccessiva spesa pubblica e l’insostenibile pressione fiscale. ”Il problema dell’economia italiana è un problema di crescita”, spiega Squitieri. “Ma in un’economia nella quale la spesa pubblica vale più della metà del prodotto, nessuna crescita è possibile se quella spesa pubblica non si farà più efficace ed efficiente”. L’altro allarme lanciato dalla Corte dei Conti riguarda il freno imposto dalla pressione fiscale. “Poiché ormai nella nostra economia il prelievo fiscale ammonta a circa il 45 per cento del prodotto, – continua il presidente – non si potrà avere una consistente miglioramento nella allocazione delle risorse e, con esso, un rilevante accrescimento della produttività totale e, dunque, una sensibile accelerazione della crescita economica, se non sapremo spendere, meglio di quanto ora facciamo, le ingentissime risorse derivanti dal prelievo fiscale”.