Antonino Ingrosso "Responsabile dell'associazione di Destra "COSTITUENTE LIBERALE REGIONE LIGURIA" Anche a Salice Salentino (Lecce) il circolo del 'Movimento per l’Alleanza Nazionale' |
venerdì 29 novembre 2013
Anche a Salice Salentino (Lecce) il circolo del 'Movimento per l’Alleanza Nazionale'
giovedì 28 novembre 2013
Papà denunciato: ha dato al figlio un nome assurdo
Papà denunciato: ha dato al figlio un nome assurdo
Heath Campbell, americano di 40 si è presentato in tribunale in uniforme nazista e baffetti alla Hitler
Heath Campbell è entrato lo scorso 3 giugno in uniforme nazista in tribunale.
L’uomo non è un generale delle SS sopravvissuto alla seconda guerra mondiale ancora in attesa di giudizio.
Ha 40 anni, è del New Jersey (USA), e si è recato presso la corte della sua città per avere l’autorizzazione da parte del giudice a potere vedere i suoi figli, il cui ultimo nato, di appena due anni, è stato affidato ai servizi sociali subito dopo la nascita.In alta uniforme, con tanto di baffetti alla Hitler, Campbell, si è presentato davanti alla corte, la stessa corte che gli aveva tolto i figli nel 2010 dopo che lui era stato accusato di violenza domestica.
A seguito del divorzio tra Campbell e la moglie
Deborah, i giudici avevano inoltre deciso di non affidare a nessuno dei genitori i quattro figli della coppia.E lui ha sempre sostenuto che i figli non erano stati dati a lui a causa dei loro nomi. Per la precisione, i figli di Heath Campbell si chiamano: Henrich – Adolf Hitler, 7 anni, JoyceLynn Aryan Nation, 6, e 5 anni Honzlynn Jeannie e l’ultimo di 2 anni, Heinrich Hons.
A detta del papà avrebbe chiamato così i suoi figli non per ispirazioni naziste ma soltanto perché poteva essere certo che soltanto loro li avrebbero avuti.
Fatto sta però che Campbell fondò nel 2012 un associazione dal nome “Ordine di Hitler”, ed era già noto alla stampa americana quando nel 2008 un pasticciere si rifiutò di preparare una torta che aveva commissionato Campbell, con la scritta “Buon compleanno Adolf Hitler”.Campbell, prima di sedersi in aula aveva sostenuto: “Se sono buoni giudici mi guarderanno dentro e non si fermeranno alle apparenze”.
Vedremo se in effetti i giudici si fermeranno alle apparenze…
Scritto da Alessandra Albanese
DEAmercoledì 27 novembre 2013
Silvio Berlusconi è fuori dal Parlamento. Lui in strada: "E' un giorno di lutto"
Roma, 27 novembre 2013 - Ore 17.42: il presidente del Senato Pietro Grasso ha dichiarato la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. (VIDEO DECADENZA BERLUSCONI) Il Senato in precedenza aveva bocciato 9 ordini del giorno contro la decadenza. Con nove distinte votazioni sono stati respinti altrettanti odg contari alla presa d’atto della decadenza proposta dalla Giunta per le immunità e le elezioni di palazzo Madama, a seguito della condanna defintiva di Berlusocni per frode fiscale al processo Mediaset che la sentenza della Corte di Cassazione la scorsa estate ha reso defintiva. Silenzio al termine delle votazioni degli ordini del giorno. Solo i senatori di M5s hanno salutato con un applauso l’esito delle votazioni, mentre i parlamentari degli altri gruppi sono defluiti in silenzio dall’aula.
Berlusconi era entrato in Parlamento poco meno di vent’anni fa: nel marzo del 1994. Quando scese in campo creando Forza Italia e vinse le elezioni, entrando alla Camera per la prima volta da Presidente del Consiglio. Da allora Berlusconi è sempre stato rieletto a Montecitorio fino alle elezioni di questa primavera che lo hanno visto per la prima volta farsi eleggere al Senato. Che oggi lo ha congedato dal Parlamento. Con il voto odierno Berlusconi perde anche l’immunità parlamentare a cui più volte è ricorso in questi vent’anni.
SUBENTRA IL PRIMO DEI NON ELETTI - Decaduto Silvio Berlusconi, per la mancata convalida della sua elezione nella regione Molise, gli subentra il primo dei non eletti nella stessa circoscrizione, ovvero Ulisse Di Giacomo, già assessore alla Sanità della terza giunta di Michele Iorio.
FORZA ITALIA CHIEDE UN INCONTRO A NAPOLITANO - “Al termine di una lunga riunione, i deputati e i senatori di Forza Italia hanno espresso la loro solidarietà al presidente Berlusconi e la preoccupazione per la situazione politica determinatasi dopo la decadenza del leader di Forza Italia. Ed hanno così deciso di incaricare i capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, di chiedere al presidente della Repubblica di ricevere una delegazione dei gruppi parlamentari per affrontare il delicato momento”. E’ quanto si legge in una nota.
LE REAZIONI - LA FIGLIA MARINA: "MIO PADRE DECADE, MA RESTA LEADER"
SILVIO IN PIAZZA - Nel giorno x della decadenza Silvio Berlusconi non partecipa alla seduta che lo espellerà dallo scranno senatoriale. Ma tenta comunque di ‘oscurare' il voto sulla decadenza parlando di fronte alla sua gente radunata a via del Plebiscito, come già era accaduto il 4 agosto all’indomani della condanna definitiva per il processo Mediaset: "E' un giorno amaro e di lutto". Berlusconi, dal palco, ribadisce l’accusa rivolta a Magistratura Democratica di aver avuto “legami con le Brigate Rosse”. Poi parla della sentenza sui diritti tv che, dice "grida vendetta davanti a dio e agli uomini’’. Quella sentenza, aggiunge, ‘’è basata solo su teoremi e congetture e su nessun fatto o documento o testimone’’. (VIDEO BERLUSCONI PIAZZA)
IL RIEPILOGO/ SCINTILLE PER I SENATORI A VITA - Sandro Bondi ha preso di mira i senatori a vita presenti in aula: “Vergogna”, ha tuonato, chiedendo ai colleghi nell’aula del Senato se fosse un comportamento accettabile la loro presenza nel giorno del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, visto che sono “appena nominati” e che “non si sono distinti per la loro presenza nei lavori” del Senato. A difenderli è intervenuto il capogruppo del Pd Luigi Zanda: “I senatori a vita partecipano ai lavori del Senato in tutte le sedute, mi auguro che continuino a frequentare il Senato e sono fiero che presenzino alla seduta odierna”. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha poi letto il primo comma dell’articolo 1 del regolamento del Senato: “I Senatori - ha detto - acquistano le prerogative della carica e tutti i diritti inerenti alle loro funzioni, per il solo fatto della elezione o della nomina, dal momento della proclamazione se eletti, o dalla comunicazione della nomina se nominati”. E questo, ha aggiunto, “è sufficiente”. Alla fine Bondi, sullo stesso argomento, ha avuto una lite con l'ex compagno di partito Formigoni.
LA RINUNCIA A PORTA A PORTA - Berlusconi ha rinunciato a partecipare a Porta a Porta. “Nella tarda serata - dice Bruno Vespa - ci ha fatto sapere che pressioni famigliari lo hanno indotto a rientrare ad Arcore prima del voto di decadenza e dopo il comizio”.
IL CONSIGLIO DEL MEDICO - Ammette che “non é possibile dare questo tipo di consiglio” anche perché “su questi aspetti vengo sempre disatteso...” ma Alberto Zangrillo é pur sempre il medico di fiducia di Silvio Berlusconi ed é all’illustre paziente che consiglia di astenersi dal presenziare alla seduta del Senato che ne decreterà la decadenza. Ospite di Radio2 per ‘Un Giorno da Pecora', Zangrillo dice allora che “gli dico di riposare, consapevole di aver lottato fino in fondo e aver fatto tutto quel che é necessario e legittimo”.
Niente, neanche una tv accesa sulla diretta da palazzo Madama. “No”. Zangrillo gli sarà comunque vicino: “Certo, é come avere un amico in difficoltà, si cerca di non fargli mancare nulla”. Come alla convention di lancio di FI, conclusa con un leggero malore sul palco. Cosa ha dato al Cavaliere? “Un banale vasocostrittore, perché quando si sta per molto tempo in piedi, a parlare, ad un certo punto - spiega - ci può esser bisogno di un vasocostrittore”.
QN
martedì 26 novembre 2013
Stipendi e salari doppiano i ricavi della vendita dei biglietti.
Stipendi e salari doppiano i ricavi della vendita dei biglietti. Ecco chi paga il conto dell'Amt di Genova
Far funzionare a Genova bus, filobus e quel metrò di infinita realizzazione costa alla città oltre 180 milioni di euro l'anno. Sono le cifre del bilancio dell'Amt, l'Azienda mobilità e trasporti del capoluogo ligure. Tanti, pochi? Dipende. Sta di fatto che come nella gran parte delle aziende di trasporto pubblico locale la voce che incide di più è quella del personale. I 2.400 dipendenti di Amt sono costati, nel 2012, 109 milioni di euro e 116 milioni di euro l'anno prima. Da solo il costo per stipendi e salari vale quasi 2 volte i ricavi dalla vendita dei biglietti che portano in cassa circa 60 milioni di euro l'anno. Il resto del bilancio è fatto dai sussidi pubblici. Il solo contributo per il servizio reso è di 72 milioni; altri 40 milioni sono coperture per il contratto e contributi tariffari. Su un fatturato che sfiora i 190 milioni di euro la di Fabio Pavesi - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/6i9Af
lunedì 25 novembre 2013
Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e il Parlamento ha fatto in modo che le donne in fuga da un coniuge violento si trasferiscono in un altro paese dell'UE riceveranno la stessa protezione dalle autorità locali.
**Questo video contro la violenza della Donna... uno spot che racconta ciò che le donne subiscono...che dire... se ci sono Uomini veri, che guardino lo spot e pensino prima di alzare un dito !!!**
domenica 24 novembre 2013
Gianfranco Fini contro la Bossi-Fini: "Deve cambiare subito"
Gianfranco Fini contro la Bossi-Fini: "Deve cambiare subito"
Scritto da: Andrea Signorelli
La nuova giravolta dell'ex leader di Fli.
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Solo gli stupidi non cambiano mai idea, quindi per carità la nuova giravolta di Gianfranco Fini è pienamente legittima. E però quando ci si scaglia contro una legge che porta il proprio nome, è legittimo anche che si desti una qualche sorpresa. È quanto ha appena fatto l’ex leader di Futuro e Libertà, che in un’intervista a Radio Capital ha parlato della Legge Bossi-Fini e del reato di immigrazione clandestina.
“Sì la legge Bossi-Fini va cambiata”, così ha esordito Fini, che sarebbe anche in cerca di un posto nel nuovo partito che potrebbe formare Alfano. Per poi proseguire: “Quella norma va rivista, si basa sul principio che si può entrare legalmente in Italia solo se si ha un contratto di lavoro, ma se perdi il posto hai sei mesi per trovarne un altro, altrimenti sei espulso. Ma con la crisi economica è chiaro che sei mesi è un arco di tempo troppo breve”.
In verità era molto breve anche prima della crisi economica, soprattutto per un immigrato. Fini prosegue: “E poi si deve capire che ci sono donne e uomini che hanno diritto a chiedere l’asilo per ragioni umanitarie. Quindi dovrebbe essere l’Europa a decidere che chi viene dal Corno d’Africa o dalla Siria, per fare solo due esempi, ha diritto all’asilo nei 27 paesi dell’Unione. Ma l’Europa su questo è latitante”.
L’autore della legge che è stato al centro di mille polemiche in tutti questi anni, ultima dopo la strage di Lampedusa, su un punto però non è disposto a fare mea culpa, ed è sul reato di immigrazione clandestina: “È stato introdotto nel 2009, la legge è del 2002, quindi per quell’aspetto ci si deve rivolgere all’onorevole Maroni”.
mercoledì 13 novembre 2013
Alleanza Nazionale, Francesco Storace saluta la rinascita di An.
Alleanza Nazionale, Francesco Storace saluta la rinascita di An. È battaglia per il simbolo e i soldi della fondazione
Di ‘quel che resta’ di Fli c’è anche Antonio Buonfiglio (che dice “certo che Fini sa tutto e non ci ha vietato di venire”), ma non Bocchino né altri. Non c’è ‘Forza Nuova’ di Roberto Fiore, culla del neofascismo nostrano (“ed è un bene…”, ghigna Buonfiglio), ma non c’è ‘Fratelli d’Italia’. I vari La Russa-Meloni-Corsaro-etc. (più Crosetto e altri che con la storia dell’ex-Msi/An non c’entrano nulla) se ne tengono, infatti, assai alla larga come l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, che invece con Fd’I flirta.
Non ci sono, soprattutto, tutti gli esponenti dell’exMsi/An confluiti nel Pdl (i vari Gasparri, Matteoli, etc.), ma che restano gli uomini chiave per ‘scongelare’ beni materiali e non (oltre 550 milioni tra mobili e immobili) della Fondazione di An. Il cui presidente, Franco Mugnai (senatore Pdl), ieri ha scritto una dura nota (“una diffida fatta via agenzie di stampa e contro un popolo non l’avevo mai vista”, chiosa Buonfiglio) contro Storace&co per ‘diffidarli’ dal tentativo di prendersi simbolo e logo di An.
Storace, però, che è uno tignoso, non demorde. Venerdì 8 lui e i suoi amici “si sono recati dal notaio per depositare nome e statuto della ‘nuova’ An” in attesa di una causa civile che ‘sblocchi’ anche il ‘piccolo’ problema del simbolo. Il che vorrebbe dire scongelare anche – e soprattutto - i soldi che servono assai specie in vista della campagna elettorale delle Europee 2014.
Il programma politico della ‘nuova’ An è, invece, molto semplice. “Noi non vogliamo essere di centrodestra né guardare al centro! Noi siamo di Destra, Destra, Destra!” urla tre volte Adriana Poli Bortone (sindaco di Lecce, prima donna Msi a diventare ministro, pur se nella II Repubblica).
In prima fila, oltre a qualche intellettuale d’area e a Salvatore Tatarella, ad ascoltare compiaciuta “i miei ragazzi” c’è donna Assunta Almirante. Vedova del leader storico dei missini italiani, si fa fotografare con i fan e tra le bandiere di An e della Fiamma Tricolore in un tripudio di nostalgia. La presenza della vedova Almirante e la sala che letteralmente esplode (‘saluto romano’ compreso) al grido di “Giorgio, Giorgio!” indicano, però, che la gran parte del reducismo ex-Msi è assai ‘presente!’ nella nuova An.
Ettore Maria Colombo, L'Huffington Post
martedì 12 novembre 2013
09 11 2013 Alleanza Nazionale
9 novembre 2013 Congresso di Alleanza Nazionale
Parco dei Principi Roma.
.http://www.youtube.com/watch?v=4U4AGcjy4Kc&feature=share&list=UUC1hEod-DqLNkwa5Ri9ciug
Parco dei Principi Roma.
.http://www.youtube.com/watch?v=4U4AGcjy4Kc&feature=share&list=UUC1hEod-DqLNkwa5Ri9ciug
venerdì 8 novembre 2013
Senatori a vita, 13 mila euro al mese per non votare mai
Senatori a vita, 13 mila euro al mese per non votare mai
I nominati da Napolitano si distinguono per l’assenteismo: Abbado e Piano non hanno mai votato. Rubbia allo 0,87%
Nominati per non votare. Abbado, Cattaneo, Piano e Rubbia, i nuovi senatori a vita scelti personalmente da Giorgio Napolitano, a quanto pare di stare in Aula e di partecipare all’attività parlamentare proprio non vogliono saperne. Secondo i dati riportati dal sito di palazzo Madama sulle partecipazioni alle votazioni, al netto di missioni e congedi, le percentuali di presenza al voto sono ridicole, infinitesimali: Abbado e Piano sono fermi allo 0%, Rubbia invece è “più attivo” e tocca il tetto dello 0,87%. La stakanovista (per dire…) è invece Elena Cattaneo che arriva al 17,85% delle votazioni. Insomma bastano questi numeri per capire quanto siano utili “all’attività democratica” i senatori a vita nominati da Napolitano. Per loro comunque si prospettano tempi duri. L’Aula ha approvato, nell’ambito dell’esame del bilancio interno del Senato e con una maggioranza schiacciante – 254 voti contro 4 no e 4 astenuti – un ordine del giorno del Movimento Cinque Stelle sottoscritto anche dalla Lega che incide sulla loro diaria.
Quasi 13 mila euro al mese - I senatori a vita, infatti, sono stati finora esentati dal rilevamento relativo alle presenze in aula ai fini della corresponsione della parte variabile della diaria. Prendono cioè l’intero importo della diaria, a prescindere dalla effettiva presenza. Con l’approvazione dell’ordine del giorno, invece, si impegnano i Questori e il Consiglio di presidenza a far rientrare i senatori a vita in quel rilevamento e introdurre anche per essi la decurtazione prevista nei casi di assenza a più del 30% delle votazioni di ciascuna seduta. E questo, si precisa, anche “valutate le presenze totali dei cinque senatori a vita alle votazioni dell’assemblea nel corso della legislatura corrente”. Insomma chi fa il “furbo” guadagna meno. I senatori a vita, per inciso, ricevono mesilmente un assegno di 13mila euro. Troppo poco per chiederne addirittura la presenza in Aula?
fonte: libero quotidiano
Il Silenzio Dell'Amore - Uno stupendo spot Thailandese
Non esistono padri perfetti… ma un padre ti amerà per sempre. Questo è lo slogan di una compagnia assicurativa Thailandese che lancia un messaggio forte attraverso questo video.
Nel video viene raccontata la storia di un’adolescente che si vergogna di avere un padre diverso, sordo muto dalla nascita.
Le prese in giro degli amici, la frustrazione di non sentire e non capire il padre fanno fare alla ragazzina uno dei gesti più estremi… E a commuovere è la disperazione di un padre e del suo amore silenzioso….
giovedì 7 novembre 2013
L’Ungheria ha vinto contro la Troika, ora aumenta le pensioni!
L’Ungheria ha vinto contro la Troika, ora aumenta le pensioni!
Mentre
il governo sta massacrando e impoverendo gli italiani con misure
lacrime e sangue l’Ungheria sta andando nella direzione opposta grazie
alla messa in atto di misure aventi lo scopo di aiutare le fasce deboli e
rilanciare l’economia.Questa rivoluzione e’ iniziata alcuni mesi fa
quando il governo ungherese, con una mossa a sorpresa, ha deciso di
estinguere con due anni di anticipo il debito contratto col Fondo
Monetario Internazionale e chiesto ai suoi funzionari di chiudere il
loro ufficio e lasciare il paese.
Una volta libero da pressioni ricattatorie l’esecutivo ungherese ha
iniziato ad adottare una serie di misure volte a stimolare i consumi e
incrementare il reddito delle famiglie quali la riduzione del 10% dei
prezzi di gas naturale, luce e riscaldamento centralizzato, acqua,
nettezza urbana, raccolta di rifiuti e rimozione scarti e dal primo
Novembre sarà effettivo un taglio ulteriore dell’11,1% su luce, gas e
riscaldamento.
Inoltre il governo aumenterà le pensioni del 2,4% allo scopo di
preservarne il potere di acquisto (il settimo ritocco al rialzo delle
pensioni in tre anni e mezzo), una modifica che inciderà sulle tasche di
2,8 milioni di persone.
Quello che sta accadendo in Ungheria dimostra i vantaggi di avere
un governo che non e’ schiavo dei poteri forti e il silenzio dei mezzi
di informazione la dice lunga sugli effetti nefasti che tali
organizzazioni hanno sul nostro paese nonche’ sul servilismo di molti
giornalai di regime.
Giuseppe De Santis
Fonte: ilnord.it
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