mercoledì 13 novembre 2013

Alleanza Nazionale, Francesco Storace saluta la rinascita di An.



Alleanza Nazionale, Francesco Storace saluta la rinascita di An. È battaglia per il simbolo e i soldi della fondazione



Ma ancora non è niente. Siamo solo al terzo intervento in un ‘catino’ che sarà pure la sala convegni di un hotel di lusso dei Parioli, quartiere ‘fascio’ per tradizione della Capitale, ma già ribolle di passione per la ‘Cosa Nera’. Prima hanno parlato Domenico Nania, ex parlamentare e intellettuale, poi Luca Romagnoli a nome della Fiamma Tricolore, ma anche Oreste Tofani e Roberto Buonasorte, leader di sigle non meglio pervenute ma tutte satelliti del solo partito ‘vero’ che si è messa in testa di rifondare An. Quel ‘La Destra’ fondata e guidata da Francesco Storace (già portavoce di Fini, colonnello di An, ministro alla Salute, governatore del Lazio, etc.) che voleva far rinascere An già a luglio, figurarsi se non vuole rifondare una nuova “Cosa Nera” proprio oggi che il Pdl sta andando in mille pezzi. Il guaio è che pur se Storace fa la sua professione di umiltà (“sarò un militante”) tra le sigle che dovrebbero ricomporre la ‘diaspora’ post-missina (una dozzina) e che erano dieci solo a luglio, sono già solo otto.
Di ‘quel che resta’ di Fli c’è anche Antonio Buonfiglio (che dice “certo che Fini sa tutto e non ci ha vietato di venire”), ma non Bocchino né altri. Non c’è ‘Forza Nuova’ di Roberto Fiore, culla del neofascismo nostrano (“ed è un bene…”, ghigna Buonfiglio), ma non c’è ‘Fratelli d’Italia’. I vari La Russa-Meloni-Corsaro-etc. (più Crosetto e altri che con la storia dell’ex-Msi/An non c’entrano nulla) se ne tengono, infatti, assai alla larga come l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, che invece con Fd’I flirta.
Non ci sono, soprattutto, tutti gli esponenti dell’exMsi/An confluiti nel Pdl (i vari Gasparri, Matteoli, etc.), ma che restano gli uomini chiave per ‘scongelare’ beni materiali e non (oltre 550 milioni tra mobili e immobili) della Fondazione di An. Il cui presidente, Franco Mugnai (senatore Pdl), ieri ha scritto una dura nota (“una diffida fatta via agenzie di stampa e contro un popolo non l’avevo mai vista”, chiosa Buonfiglio) contro Storace&co per ‘diffidarli’ dal tentativo di prendersi simbolo e logo di An.
Storace, però, che è uno tignoso, non demorde. Venerdì 8 lui e i suoi amici “si sono recati dal notaio per depositare nome e statuto della ‘nuova’ An” in attesa di una causa civile che ‘sblocchi’ anche il ‘piccolo’ problema del simbolo. Il che vorrebbe dire scongelare anche – e soprattutto - i soldi che servono assai specie in vista della campagna elettorale delle Europee 2014.
Il programma politico della ‘nuova’ An è, invece, molto semplice. “Noi non vogliamo essere di centrodestra né guardare al centro! Noi siamo di Destra, Destra, Destra!” urla tre volte Adriana Poli Bortone (sindaco di Lecce, prima donna Msi a diventare ministro, pur se nella II Repubblica).
In prima fila, oltre a qualche intellettuale d’area e a Salvatore Tatarella, ad ascoltare compiaciuta “i miei ragazzi” c’è donna Assunta Almirante. Vedova del leader storico dei missini italiani, si fa fotografare con i fan e tra le bandiere di An e della Fiamma Tricolore in un tripudio di nostalgia. La presenza della vedova Almirante e la sala che letteralmente esplode (‘saluto romano’ compreso) al grido di “Giorgio, Giorgio!” indicano, però, che la gran parte del reducismo ex-Msi è assai ‘presente!’ nella nuova An.
 Ettore Maria Colombo, L'Huffington Post

Nessun commento: