Berlusconi: "Nessuno può togliermi guida del mio partito"
Il Cavaliere in prima linea
in caso di elezioni: "Sentirei il dovere di impegnarmi direttamente. Ho
rapporto speciale con italiani". Scettico sull'ipotesi di una
candidatura di Marina a premier: "Non è la sua vocazione"
"Credo comunque che sia ancora necessario, in una forma o nell'altra, il mio impegno personale. Nessuno può togliermi il diritto di restare alla guida del movimento che ho fondato, finché molti milioni di elettrici e di elettori lo vogliono. Ho un rapporto speciale con gli italiani che, come me, temono che la sinistra possa andare al governo e proprio per questo sento il dovere di stare in prima linea per corrispondere alla loro fiducia e al loro affetto", ha aggiunto l'ex premier.
Legge di stabilità. Berlusconi minaccia, poi, il governo sulla legge di stabilità: "Non intendiamo arretrare". Il Cavaliere sottolinea che il Pdl ha "rispettato gli impegni presi con i nostri elettori nel febbraio scorso, quello sulla detassazione della prima casa che noi consideriamo 'sacra' perché è il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di fondare la sicurezza del proprio futuro, e quello per un fisco meno oppressivo".
All'attacco del Pd. Il presidente del Pdl attacca di nuovo gli avversari del Pd: "Credo sia giusto - ha detto a Vespa - che, su tutto, sulla mia vicenda, sulle tasse, sull'economia, sui nostri programmi riformatori, siano gli elettori a potere giudicare noi e i nostri avversari, che, andando avanti così, confermerebbero i loro connotati di 'partito delle tasse e delle manette'".
Marina non vuole. Sull'ipotesi che la figlia Marina segga sulla poltrona di premier, il Cavaliere si dice scettico: "Sarebbe in grado di adempiere al meglio la missione" di candidato premier. "Tutti hanno constatato la sua autorevolezza e il coraggio da leonessa con cui mi ha difeso. Ma non è la sua vocazione. Sono sicuro che nessuno dei miei figli si sente attratto dalla politica. Soprattutto da 'questa' politica".
Le reazioni. ''Riportare Berlusconi alla guida del partito era esattamente l'obiettivo dell'area lealista di Forza Italia. Obiettivo centrato. Non c'è bisogno né di dividersi in correnti né di alimentare scontri con parole cattive'', ha detto Gianfranco Rotondi, commentando l'intervista di Berlusconi.
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